Una filiera alimentare dalla mentalità aperta
Crowdfarming è una rivoluzione agro-sociale iniziata da giovani agricoltori negli aranceti di Valencia. Delusi dalla mancanza di trasparenza della filiera alimentare tradizionale, hanno deciso di reinventare la catena di approvvigionamento alimentare.
È un concetto nuovo che stiamo ancora definendo grazie al feedback di altri produttori e delle persone che ricevono i prodotti. In questo articolo condividiamo la nostra idea di catena di approvvigionamento.
Le nostre prime sessioni di brainstorming erano incentrate sulla definizione della nuova ed ideale catena di approvvigionamento alimentare. Prima di raccontarti quello che ci passava per la testa, vediamo un po' il contesto: siamo una squadra di più di 10 nazionalità, il più giovane di noi ha 21 anni (e combina il suo lavoro con i suoi studi di fisica) e il più vecchio sta per andare in pensione a 63 anni (agricoltore di professione e poeta per vocazione). Condividiamo un obiettivo comune, che è quello di costruire un nuovo modo di acquistare il cibo direttamente dagli agricoltori, ma i nostri gusti e hobby sono molto diversi: dal cantare in un coro allo smontare i processori dei computer.
Alcune delle idee iniziali erano...📜
- "Tutti i produttori di questa nuova catena devono avere il certificato di agricultura biologica"
- "Solo le persone che vivono vicino al produttore possono adottare"
- "É meglio non avere progetti in cui si adottano animali, perché questo può ferire la sensibilità di alcune persone"
Etica e libertà
Abbiamo pensato spesso a dove avremmo tracciato il confine. Ogni opzione sembrava molto complessa e comportava sempre delle eccezioni:
- "Ci sono agricoltori che non hanno la certificazione biologica ma hanno una mentalità molto più ecologica di altri che hanno tale certificazione"
- "Perché dovremmo proibire alle persone di altri paesi di poter ordinare le nostre arance?"
- "Ci sono membri del nostro team che sono vegetariani e sappiamo che il tema del consumo di derivati animali è delicato. Ma ci sono molte culture e agricoltori che vivono di questo: perché non dovremmo permettere libertà di scelta alle persone?"
Siamo quindi giunti alla seguente conclusione: dobbiamo evitare i pregiudizi e creare una catena alimentare aperta. Un luogo dove il consumatore abbia tutte le informazioni necessarie e verificate per poter prendere una decisione consapevole. Un luogo dove gli agricoltori possano spiegare le loro tecniche di coltivazione al di là di una semplice etichetta.
Incoraggiamo i nostri agricoltori ad implementare metodi che rispettino l'ambiente, dando loro la certezza che c'è una squadra di persone che li sosterrà nei loro sforzi. Inoltre li incoraggiamo a NON usare plastica per gli imballaggi, ad assumere manodopera e a pagare salari degni di tale nome...
Naturalmente ci sono delle circostanze che non accettiamo per quanto libero vogliamo che sia CrowdFarming: ci sono agricoltori di cui semplicemente non condividiamo i valori e che quindi non possiamo aiutare.
Come abbiamo detto all'inizio dell'articolo: CrowdFarming è un concetto in divenire, quindi non esitare a condividere qualsiasi tipo di feedback... siamo tutt'orecchi. 👂